La toxoplasmosi è una malattia abbastanza comune, non grave; nella maggior parte dei casi non produce alcun disagio e chi ne è affetto non si accorge d’averla contratta.In alcuni casi si può manifestare con sintomi simili a quelli dell’influenza: febbre che persiste da alcuni giorni fino a qualche settimana, dolori muscolari ed ingrossamento dei linfonodi. La toxoplasmosi può essere grave nelle donne portatrici di HIV/AIDS o che stanno facendo una chemioterapia. Se la malattia si contrae per la prima volta durante una gravidanza è possibile trasmetterla al feto. L’infezione si diagnostica attraverso un esame del sangue (anticorpi antitoxoplasma). Il contagio avviene principalmente attraverso l’ingestione diretta di un parassita relativamente diffuso. In alcuni casi l’infezione può avvenire in seguito ad emotrasfusioni o a trapianto d’organo. La prevenzione prevede diversi accorgimenti: se si possiede un gatto occorre vuotare la lettiera ogni giorno indossando dei guanti o chiedere ad altri di farlo. Evitare di fare uscire il gatto per prevenire che si cibi di topi ed uccelli e alimentarlo solo con cibi secchi o ben cotti. Per quanto riguarda l’alimentazione della gestante occorre non mangiare carne cruda o poco cotta, salumi ed insaccati. Dopo aver manipolato carne cruda evitare di toccare gli occhi, il naso e la bocca con le mani non lavate. Lavare bene le stoviglie ed i piatti che sono stati a contatto con carne cruda.Lavare accuratamente la frutta e la verdura prima di mangiarla. Congelare la carne (compresi gli insaccati) ad una temperatura inferiore a -12,5°C. In giardino indossare sempre i guanti, perché la terra potrebbe essere contaminata dalle feci del gatto. Occorre eseguire il test quando si decide di iniziare una gravidanza o appena si scopre di aspettare un bambino. In questo modo sarà possibile sapere se la paziente ha contratto la malattia in passato e, quindi, se è immune oppure se è a rischio di contrarre l’infezione durante la gravidanza o se ha una infezione in corso. Se il test é negativo è necessario ripeterlo ogni mese e mezzo durante la gravidanza, per evidenziare precocemente l’eventuale infezione. Se il test è positivo può evidenziare sia una infezione in corso che un contagio avvenuto in passato. Se si contrae la malattia per la prima volta in gravidanza esiste la possibilità di trasmettere la malattia al feto mentre la possibilità di una nuova infezione è quasi del tutto inesistente. La percentuale di trasmissione al feto cambia con il procedere della gravidanza: la probabilità di contagio è inferiore al 5% prima della 16a settimana di gestazione; è intorno al 17% tra la 16a e 20a settimana; aumenta a valori del 30% tra la 21a e 35a settimana. Nelle prime settimane il passaggio del toxoplasma al feto è molto raro, ma quando avviene può comportare gravi danni al bambino (aborto spontaneo o lesioni neurologiche); nel terzo trimestre di gravidanza si trasmette con più facilità, ma nella maggior parte dei casi senza alcuna conseguenza. Alla nascita circa il 90% dei bambini contagiati non manifesta sintomi evidenti. E’ importante ricordare che, per quanto asintomatici alla nascita, la maggior parte dei bambini non trattati svilupperà successivamente alcune manifestazioni della malattia: l’85% sarà affetto da corio retinite (riduzione della vista-cecità); dal 20 al 75% presenterà ritardo mentale, dal 10 al 30% presenterà una moderata perdita dell’udito. Qualora si contraesse la malattia in corso di gravidanza il medico o informerà – secondo l’epoca di gestazionale– sugli accertamenti e sulla terapia da seguire.