La donna ha più voglia di maternità

Articolo: Il Giornale
Giornalista: Luigi Cucchi

In Italia l’infertilità è presente nell’11,3 per cento delle coppie comprese tra i 25 e i 44 anniSi sviluppano i viaggi all’estero nei più qualificati Centri medici di fecondazione assistita.

Nei paesi occidentali almeno 150 milioni di coppie in età fertile non riesce ad avere figli. Di queste il 15 per cento non li ottiene per molteplici cause equamente distribuite tra uomo e donna, oltre che per fattori predisponenti quali stile di vità, stress, abitudini voluttuarie, età del concepimento. Si pensa sempre piu’ allo studio, al lavoro, alla carriera, alla casa, al benessere e si rinvia di anno in anno il concepimento di un figlio, dimenticando che il corpo subisce un fisiologico processo di invecchiamento e che la donna con il passare degli anni va incontro a crescenti difficoltà: il picco massimo della fertilità è tra i 20 e i 24 anni, già a 30 si possono manifestare alcuni problemi, a 35 inizia un veloce declino che porta ad avere figli con difficoltà dopo i 40 anni. Pertanto se una donna di 35 anni compie da circa un anno tentativi di concepimento invano, dopo quel termine è opportuno consultare uno specialista. Con il termine di infertilità di coppia si intende quindi il mancato raggiungimento di una gravidanza dopo 12 mesi di rapporti non protetti e possibilmente mirati. Sulla base di tale definizione l’infertilità nella popolazione italiana è stata valutata pari all’ 11.3% delle coppie di età compresa tra 25 e 44 anni.

Di queste ogni anno almeno il 40 per cento si rivolge a centri specialistici per cercare di superare il problema sterilità. Le tecniche di procreazione assistitita variano dalle piu’ semplici quali l’inseminazione intrauterina alle piu’ complesse come la fecondazione in vitro ovvero lo sviluppo di embrioni ottenuti mettendo a contatto (Fivet) o microiniettando (Icsi) gli spermatozoi con gli ovociti. Nel Canton Ticino, a Lugano e Bellinzona, è attivo «ProCrea», il piu’ grande centro svizzero di fertilità, composto da una equipe di medici, biologi e genetisti specialisti in medicina della riproduzione. Offre una propria banca del seme per problemi di sterilità maschile irreversibile e per la coppia l’applicazione delle piu’ moderne tecniche diagnostiche e terapeutiche atte a focalizzare l’attenzione su specifiche analisi di genetica molecolare quali la tipizzazione del genotipo per la risposta ovarica che consente di “personalizzare” le cure evitando il rischio di iperstimolazione o di iporisposta della paziente e del genotipo per le mutazioni dei fattori della coagulazione e del sistema metabolico affinchè si possa prevenire il rischio tromboembolico o abortivo. «Grande attenzione – precisa il dottor Cesare Taccani – è data inoltre alla ricerca di nuovi fattori che regolano il sistema immunitario con terapie mirate atte a ridurre il rischio di poliabortività delle pazienti. Nell’uomo – aggiunge Taccani – grande interesse è legato ad esami ultraspecialistici quali il test di frammentazione del Dna spermatico responsabile del mancato concepimento o di maggior rischio abortivo. Una volta completati gli esami diagnostici è possibile eseguire i trattamenti nel Canton Ticino senza lista d’attesa. Moltissime coppie afferiscono a noi dall’Italia anche per la possibilità di congelare gli embrioni sovrannumerari. Cio’ consente infatti di aumentare il successo per ciclo di stimolazione e prelievo ovocitario in quanto la percentuale media di gravidanza per transfer risulta del 32% sui primi embrioni e del 29% per quelli decongelati». «Molte coppie – afferma il dottor Claudio Brigante del Centro Scienze della Natalità all’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele di Milano – ci chiedono consigli sui migliori centri esteri. A volte però, questa alternativa viene scelta autonomamente in modo irrazionale, spinti dalla delusione per i primi fallimenti, senza considerare che le spese che andranno a sostenere non sempre sono proporzionali alle maggiori possibilità di riuscita». In numerosi casi (grave infertilità maschile, età attempata della donna), l’entrata in vigore della legge 40 sembra aver ridotto le possibilità di riuscita del trattamento. Di bilancio negativo, parla il dottor Guido Ragni, medico del centro sterilità di coppia alla clinica Regina Elena di Milano. «È aumentato il turismo procreativo: il dato preoccupante riguarda alcuni Paesi dell’est Europa, scelti da molte coppie per risparmiare, ma privi di una legislazione che obblighi ad uno screening genetico e infettivologico dei donatori. Si può rischiare di avere un bambino malato. Verso la repubblica Ceca, l’Ungheria, la Serbia, si stanno sviluppando infatti i viaggi nelle cliniche low cost, dimenticando quanto costa portare un figlio alla maturità: si stima che siano oltre 5mila le coppie italiane in trasferta.
Il sogno di un bambino fa superare le più profonde difficoltà, spinge la coppia a tentare e ritentare tutte le possibili soluzioni. Il desiderio di maternità scuote la donna fin nel profondo dell’anima.