Fumo e infertilità

Sono note da tempo le conseguenze negative del fumo sulla salute, in particolare sull’andamento della gravidanza e sulla salute del feto, ma sono ancora pochi gli studi sugli effetti nocivi del fumo sulla funzione riproduttiva e sulla procreazione.

Nelle donne il rischio di infertilità causato dal fumo aumenta del 13% e si stima che quelle che fumano 16-20 sigarette al giorno abbiano il 20% di probabilità in meno di avere un figlio entro 1 anno dai primi rapporti mirati finalizzati al concepimento.

Anche il fumo passivo riduce le probabilità di concepimento e ritarda il conseguimento della gravidanza.

In particolare, le sostanze tossiche introdotte fumando (idrocarburi aromatici policiclici) la morte per l’apoptosi delle cellule uovo (ovociti) nell’ovaio provocando infertilità e menopausa anticipata di 1-2 anni. L’apoptosi è un processo di distruzione “programmata” della cellula che può essere conseguenza di vari tipi di danno.i

Si è osservato, infatti, che nelle giovani donne che fumano i livelli di FSH (ormone follicolo-stimolante) basale sono del 66% più alti rispetto alle non fumatrici e del 39% più alti rispetto alle fumatrici passive.

Nel 16% dei fumatori il tabagismo determina una significativa riduzione della produzione di spermatozoi e della loro mobilità .

E’ stato dimostrato che il genoma dell’ovocita e dello spermatozoo è molto sensibile agli effetti delle sostanze liberate dal fumo di sigaretta, che vi determinano mutazioni dei geni.

C’è un significativo aumento del rischio di sviluppare ovociti diploidi (cioè con un numero di cromosomi doppio rispetto nella norma), proporzionale al numero di sigarette fumate e un aumento del 12% del rischio di alterazioni cromosomiche negli ovociti di donne che fumano almeno 10 sigarette al giorno.

Nelle cellule spermatiche il fumo provoca un aumento dei radicali liberi che può provocare un danno da “stress” ossidativo. Questo a sua volta determina frammentazione del DNA e un aumento del rischio di aneuploidie (numero di cromosomi alterato) in particolar modo disomie (raddoppio) del cromosoma Y, X e 8.

Nell’ambito della procreazione medico-assistita mentre la percentuale media di riuscita per ciclo nelle non-fumatrici è del 25%, nelle fumatrici, sia attive che passive, si osserva un ulteriore dimezzamento della percentuale di impianto che si attesta al 12%.

In uno studio condotto su 255 donne sottoposte a tecniche di fecondazione in vitro con Fivet o con ICSI i(inseminazioneintra citplasmatica) è emerso che le fumatrici, sia attive che passive, hanno una probabilità cumulativa del 19% di ottenere una gravidanza contro il 48% delle non fumatrici.

Da questo studio è emersa una diminuzione della qualità degli ovociti dovuta alla presenza di sostanze tossiche del fumo quali il cadmio, rilevato nel liquido contenuto nei follicoli ovarici (i “contenitori” delle cellule uovo), mentre non si è osservata una differenza significativa sulla qualità dell’embrione.

Per quanto riguarda la salute del nascituro, in uno studio condotto su 2000 donne americane, si è osservato , nelle forti fumatrici, un rischio aumentato di circa il 50% di aborto spontaneo nel primo trimestre e un rischio aumentato di 3.5 volte di gravidanze extrauterine. Inoltre si osservano ridotto peso alla nascita e aumento dei parti prematuri per alterazioni della circolazione del sangue fra utero e placenta e conseguente insufficienza della funzione placentare.

Inoltre, il fumo della madre durante il 3° trimestre di gravidanza compromette il quoziente intellettivo (Q.I.) dei figli: uno studio condotto su circa 2000 giovani uomini tra 18-20 anni, figli di donne che hanno fumato prima e durante la gravidanza, ha mostrato una diminuzione del loro Q.I. fino a 6.2 punti.